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PROGRESSI NELLA RICERCA

Se risulterà che i campi elettromagnetici costituiscono un rischio per la salute, vi saranno conseguenze in tutti i Paesi industrializzati. La popolazione richiede risposte concrete alla domanda sempre più urgente, sapere cioè se i campi elettromagnetici che si incontrano ogni giorno provocano effetti nocivi per la salute. I mass media sembrano avere spesso risposte definitive. Si devono però valutare con cautela questi articoli e tenere conto del fatto che l'interesse prioritario dei mass media non è l'istruzione. Un giornalista può scegliere e riportare una notizia spinto da una varietà di motivazioni non tecniche: esiste una competizione tra giornalisti e tra giornali per conquistare l'attenzione dei lettori. I titoli di grande effetto, che interessano il maggior numero possibile di lettori, li aiutano a realizzare i loro obiettivi: le brutte notizie non soltanto sono le notizie più importanti, esse sono spesso le sole che rimangono impresse. Il grande numero di studi che suggeriscono che i campi elettromagnetici sono innocui riceve poca o nessuna attenzione. La scienza non può per ora garantire la sicurezza assoluta, ma gli sviluppi della ricerca sono in generale rassicuranti.

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Necessità di diversi tipi di studio
Interpretazione degli studi epidemiologici
Difficoltà ad escludere la possibilità di rischi molto piccoli
Cosa ci aspetta in futuro?
Punti chiave

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Necessità di diversi tipi di studio

È essenziale disporre di un insieme di studi in vari settori della ricerca per valutare il potenziale effetto nocivo dei campi elettromagnetici sulla salute. I differenti tipi di studio indagano aspetti distinti del problema.
Gli studi di laboratorio su colture cellulari puntano ad individuare i meccanismi fondamentali che collegano l'esposizione ai campi elettromagnetici con gli effetti biologici. Essi cercano di identificare i meccanismi basati sulle modificazioni molecolari o cellulari determinate dai campi elettromagnetici; queste modificazioni potrebbero fornire indizi per capire come una forza fisica possa trasformarsi in un'azione biologica all'interno dell'organismo. In questi studi, le cellule o i tessuti vengono rimossi dal loro ambiente naturale e ciò potrebbe disattivare i possibili meccanismi di compensazione.

Un altro tipo di studi, quelli condotti su animali, sono più strettamente correlati alle situazioni reali. Questi studi forniscono indicazioni più rilevanti ai fini dell'individuazione dei livelli di esposizione sicura per gli esseri umani e spesso utilizzano numerosi valori diversi per l'intensità del campo, in modo da poter investigare la relazione dose-risposta.

Gli studi epidemiologici (o studi sulla salute umana) costituiscono un'altra fonte diretta di informazioni sugli effetti a lungo termine dell'esposizione. Questi studi indagano sulle cause e sulla distribuzione delle malattie nelle situazioni reali, nelle comunità e nei gruppi di lavoratori professionalmente esposti. I ricercatori cercano di stabilire se vi sia una associazione statistica tra l'esposizione ai campi elettromagnetici e l'incidenza di una specifica malattia o di un effetto nocivo sulla salute. Gli studi epidemiologici sono però costosi. Fatto ancora più importante, essi comportano misurazioni su popolazioni molto complesse e sono difficili da tenere sotto controllo tanto bene da poter rivelare piccoli effetti. Per questi motivi, al fine di decidere sui potenziali rischi per la salute gli scienziati valutano tutte le indicazioni significative, comprese quelle fornite dall'epidemiologia, dagli studi sugli animali e dagli studi di laboratorio.

Interpretazione degli studi epidemiologici

Di norma, gli studi epidemiologici non sono in grado di stabilire da soli un chiaro rapporto causa - effetto, soprattutto perché permettono soltanto di evidenziare le associazioni statistiche tra esposizione e malattia, che possono o meno essere dovute all'esposizione. Immaginiamo uno studio ipotetico che mostri un legame tra l'esposizione a campi elettromagnetici degli operai di una certa azienda elettrica "X" e un elevato rischio di cancro. Anche se si osserva un'associazione statistica, essa potrebbe dipendere da un'incompleta raccolta dei dati che riguardano altri fattori di rischio nell'ambiente lavorativo. Per esempio, quegli operai potrebbero essere stati esposti a solventi chimici potenzialmente cancerogeni. Inoltre, un'associazione statistica può essere semplicemente dovuta al caso, oppure lo studio stesso può risentire di una progettazione inadeguata.

Quindi, trovare un'associazione tra un agente ed una specifica malattia non vuol dire necessariamente che quell'agente è responsabile di quella malattia. Per stabilire la causalità è necessario che il ricercatore tenga conto di molti fattori. L'ipotesi di un rapporto di causa-effetto è rafforzata se c'è un'associazione forte e consistente tra esposizione ed effetto, una chiara relazione dose-risposta, una spiegazione biologica plausibile, il supporto di significativi studi su animali e soprattutto la coerenza fra i diversi studi svolti. Questi fattori risultano in genere assenti negli studi esistenti sul rapporto tra campi elettromagnetici e cancro. Questo è uno dei principali motivi per cui gli scienziati sono stati per lo più restii a concludere che i campi elettromagnetici di basso livello abbiano effetti sulla salute.

Difficoltà ad escludere la possibilità di rischi molto piccoli

"L'assenza di prove di effetti nocivi non sembra sufficiente nella società moderna. Piuttosto, sono sempre più richieste le prove della loro assenza". (Barnabas Kunsch, Austrian Research Centre Seibersdorf)

"Non esistono prove convincenti di effetti nocivi per la salute imputabili ai campi elettromagnetici" oppure "Non è stata dimostrata l'esistenza di un legame causa-effetto tra campi elettromagnetici e cancro" sono le tipiche conclusioni a cui sono pervenuti i vari comitati di esperti incaricati di esaminare queste problematiche. Dichiarazioni di questo tenore possono dare l'impressione che la scienza voglia evitare di rispondere. Allora perché la ricerca dovrebbe continuare, se gli scienziati hanno già dimostrato che non esistono effetti dannosi?

La risposta è semplice: gli studi sulla salute umana sono efficaci nell'individuare gli effetti macroscopici, come il legame tra fumo e cancro. Purtroppo, essi sono meno capaci di distinguere tra un effetto piccolo e la totale assenza di effetti. Se i campi elettromagnetici ai tipici livelli presenti negli ambienti di vita fossero fortemente cancerogeni, sarebbe stato ormai facile dimostrarlo. D'altra parte, se i campi elettromagnetici di basso livello fossero un debole cancerogeno, oppure un potente cancerogeno per un gruppo ristretto della popolazione, ciò sarebbe molto più difficile da dimostrare. Infatti, anche se uno studio ampio non mostra alcuna associazione, non potremo mai essere del tutto sicuri dell'assenza di una relazione. L'assenza di un effetto potrebbe realmente significare che esso non esiste. Però potrebbe anche significare soltanto che l'effetto non risulta individuabile con il nostro metodo di misura. Perciò, i risultati negativi sono in genere meno convincenti di quelli decisamente positivi.

La situazione più difficile in assoluto, che purtroppo si è venuta presentando proprio con gli studi epidemiologici sui campi elettromagnetici, è rappresentata da una serie di studi con risultati debolmente positivi, che però non sono coerenti tra di loro. In situazioni del genere, gli scienziati stessi si trovano facilmente in disaccordo sull'interpretazione dei dati. Comunque, per i motivi sopra citati, la maggioranza dei ricercatori e dei medici è d'accordo che gli effetti sanitari dei campi elettromagnetici di basso livello, se davvero esistono, sono probabilmente molto piccoli in confronto ad altri rischi sanitari che la gente affronta nella vita quotidiana.

Cosa ci aspetta in futuro?

L'obbiettivo principale del Progetto Internazionale CEM dell'OMS è quello di promuovere e coordinare la ricerca a livello mondiale per fornire una risposta ben fondata alle preoccupazioni della popolazione. Il processo integrerà i risultati degli studi sulle cellule, di quelli sugli animali e degli studi epidemiologici per permettere di raggiungere la più esauriente valutazione possibile del rischio per la salute. Una valutazione complessiva di una varietà di studi significativi ed affidabili fornirà la risposta più autorevole sugli effetti nocivi per la salute, ammesso che ne esistano, dell'esposizione a lungo termine a deboli campi elettromagnetici.

Un modo per illustrare la necessità di ricavare delle prove attraverso differenti tipologie di esperimenti è costituito da un cruciverba. Per poter leggere la soluzione del cruciverba in questione con assoluta CERTEZZA (in inglese "CERTAINTY"), si deve rispondere a nove domande. Supponendo di poter rispondere solo a tre di queste, può darsi che si possa indovinare la risposta. Quelle tre lettere, comunque, possono appartenere anche ad una parola molto differente. Con ogni risposta in più la nostra sicurezza aumenta. Infatti, la scienza non potrà probabilmente essere mai in grado di rispondere a tutte le domande, ma più prove concrete si raccolgono, più sarà facile trovare la soluzione.

C E L L U L A R
E X P O S U R E
D O S E - R E S P O N S E
S T A T I S T I C S
H U M A N
R E P R O D U C I B L E
A N I M A L
P A T H O L O G Y
E P I D E M I O L O G Y

Punti chiave:

  1. Gli studi di laboratorio su colture cellulari puntano a determinare se esiste un meccanismo attraverso cui l'esposizione ai campi elettromagnetici possa causare effetti biologici pericolosi. Gli studi sugli animali sono fondamentali per evidenziare gli effetti su organismi più complessi la cui fisiologia assomigli in certo grado a quella umana. Gli studi epidemiologici cercano associazioni statistiche tra esposizione ai campi ed incidenza di specifici effetti nocivi per la salute dell'uomo.
  2. Trovare un'associazione statistica tra un agente ed una specifica malattia non significa che quell'agente ha causato quella malattia.
  3. L'assenza di effetti sulla salute potrebbe significare che effettivamente non ce ne sono; ma potrebbe significare anche che un effetto esiste, ma non è individuabile con i mezzi attuali.
  4. I risultati di studi di vario tipo (su cellule, animali ed epidemiologici) devono essere valutati complessivamente prima di tirare delle conclusioni sui possibili rischi per la salute attribuibili ad un sospetto fattore di rischio ambientale. Prove concrete derivanti da queste tipologie di studi radicalmente diversi aumentano il grado di certezza di un reale effetto.

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Traduzione in italiano a cura del Dr. Gaetano Marchese (UO Igiene e Sanità Pubblica - Azienda Sanitaria di Firenze) e del Dr. Daniele Andreuccetti (Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Firenze).